16 marzo 2009

Bicchiere mezzo vuoto


Bicchieri e stoviglie di plastica non vanno buttati nei contenitori per la raccolta della plastica.

Inizialmente pensavo fosse per ragioni chimiche del materiale e invece no: il Polistirene ( materiale con cui vengono realizzati questo oggetti) “è facilmente riciclabile se non contaminato da altre tipologie di plastiche non compatibili” (fonte Matrec).

Il motivo di questa scelta sembra sia solo di carattere "burocratico" e dovuto al Decreto Ronchi del 1997.

Le varie imprese produttrici di imballaggi (non solo di plastica) devono versare al CONAI (COnsorzio Nazionale Imballaggi) un Contributo Ambientale , il quale viene utilizzato per coprire le spese di smaltimento degli imballaggi stessi. L' ammontare del contributo è stabilito dal CONAI e per la plastica si parla di 105,00 Euro/t (a partire dal 1° luglio 2009 passerà a 195,00 Euro/t). Una bella cifra se pensate che per la carta e il vetro un'azienda deve pagare rispettivamente 22,00 Euro/t e 10,32 Euro/t.

Nel Decreto (art. 35) viene data la definizione di “imballaggio” e una classificazione in tre tipi (primario, secondario, terziario):

  • imballaggio che contiene e protegge la merce;

  • imballaggio che consente la manipolazione della merce e la consegna al consumatore;

  • imballaggio che assicura la protezione della merce.

Ad esempio: la bottiglia d'acqua è un imballaggio del primo tipo; il nylon che racchiude la confezione da 6 bottiglie è del secondo tipo; quei supporti di legno usati per trasportare le confezioni rientrano nel terzo tipo.

La maggior parte dei rifiuti che oggi gettiamo nei cassonetti per la raccolta differenziata della plastica è un imballaggio (bottiglie, flaconi, involucri di nylon, vasetti di yogurt, …). Per questi prodotti le imprese che li producono sono obbligate a pagare il Contributo Ambientale ed è così possibile provvedere alla loro raccolta e al riciclo.

Ritornando ai nostri bicchieri e le nostre stoviglie usa e getta, essi non rientrano nella definizione di imballaggio data dall'art. 35 e quindi vanno smaltiti insieme agli altri rifiuti indifferenziabili anche se appartengono alla stessa famiglia di altri contenitori riciclabili. Detto in altri termini: le ditte produttrici di bicchieri, piatti e posate di plastica non sono tenute al pagamento del contributo CONAI e pertanto il loro prodotto non va riciclato.

Riporto alcuni dato presi da Matrec:

- “Per ogni Kg di polistirene (PS) vergine sostituito con polistirene riciclato o rigenerato, vengono risparmiati 7,06 kg di materie prime.”

- “Il materiale riciclato può essere facilmente reimpiegato, anche dopo averlo sottoposto a trattamenti chimici mirati ad ottenere derivati particolari.”

- “La resistenza all’urto e l’allungamento percentuale dei manufatti in PS riciclato infatti decrescono con l’aumentare del materiale riciclato presente, mentre le altre proprietà non ne sono influenzate.”


Pensate alle quantità di bicchieri e posate di plastica che vengono impiegate giornalmente, ad esempio nelle mense scolastiche, e finiscono nelle discariche senza essere recuperate.

Nota positiva(?): l'11 febbraio 2004 è stata emanata una nuova direttiva europea sugli imballaggi che modifica in parte la precedente. In essa viene scritto che, in alcuni casi, bicchieri e piatti di qualunque materiale sono da considerarsi imballaggi e in quanto tali deve esistere un sistema di raccolta differenziata.

Esempio: se compro un alimento contenuto in un piatto di plastica, quest'ultimo è da considerarsi imballaggio; se compro una confezione di 50 piatti usa e getta, non si parla più di imballaggi e quindi non vi è nessun obbligo di raccolta dopo l'uso.

Per adesso cerchiamo di usare il meno possibile questi prodotti usa e getta, se non i casi di necessità oppure...bevete direttamente dalla bottiglia!!!

Nessun commento:

Posta un commento